mercoledì 30 novembre 2016

Piacere, sono il grano

Step 19




Salve caro lettore,

sono il grano, il colore del grano.

Scommetto che all'inizio di questa avventura al termine grano difficilmente avresti pensato a me, ma piuttosto al cereale con cui vivo in simbiosi. Effettivamente a primo acchito sembra difficile trovarmi altrove eppure, osservando e ascoltando più attentamente, sono presente nelle descrizioni dei capelli biondi di personaggi del cinema e dei romanzi, compaio in innumerevoli pellicole e tele e nei più disparati oggetti e capi di abbigliamento.

Io, come avrai potuto notare dalla somiglianza, sono un lontano parente del giallo: il colore del sole che quotidianamente viene a farmi visita sui campi ove risiedo e comunemente associato a cordialità, allegria, ottimismo, fiducia ma a volte anche paura. Ho anche antenati tendenti al marrone: il colore della terra che nutre la mie spighe e associato solitamente alla naturalezza, all'affidabilità e al sostegno.

Il mio ospite, questo particolare cereale addomesticato, coltivato e consumato dall'uomo fin dalla notte dei tempi può essere considerato a buona ragione il "cereale della civilizzazione". La sua coltivazione nelle valli del Tigri e dell'Eufrate determinò infatti il passaggio dal nomadismo pastorale al più evoluto stile di vita sedentario agricolo rendendo così necessaria l'organizzazione di società umane più complesse. Si resero necessari sistemi per la canalizzazione dell'acqua, mura difensive ed eserciti a protezione del raccolto e lo sfruttamento di schiavi per il lavoro nei campi. Dalla Mezzaluna fertile le nuove tecniche di coltivazione, che miglioravano con il tempo insieme con la continua selezione delle specie migliori, si diffusero a macchia d'olio dall'Egitto fino a Roma, da Augusto fino all'epoca contemporanea modificando inesorabilmente il colore delle pianure coltivate.

Ma ciò non sarebbe che l'inizio di un'altra storia...

Non mi resta che salutarti invitandoti a cercarmi dove meno ti aspetteresti di trovarmi,

alla prossima!